Continuare a correre, non voltarsi



“Cazzo. ma anche il sale grosso avete messo” recuperando le scarpe finite nella salsa di mele ”Cena un cazzo! Poi ne riparliamo alla prossima riunione di condominio brutti nani di merda...”
Cercando di staccarsi i cubi di sale grosso dal fianco sinistro, ormai un misto di carne ustionata su velluto rosso, riprese a correre
Dietro di lui sentiva le urla dei ceffi affacciati dalla finestrella del bagno, che imprecavano come prigionieri della peggior prigione turca, sempre più lontane
"Seminati, ma non ancora per molto… Mi riprenderanno… Loro non hanno due scarpe sinistre"
Svoltò a sinistra verso un vicolo che gli sembrava familiare
Riprese fiato e si rimise le scarpe sporche di salsa alle mele con immenso piacere del suo piede destro
Con la schiena attaccata al muro gli occhi chiusi e la bocca aperta cerco di far rallentare i battiti cardiaci
“Equilibrio perfetto... Fortuna… Violenza ed imperfezione ... Paura…” cominciò ripetere come fosse una nenia
Perché aveva quei numeri sul petto. E perché marchiati a fuoco
Ancora un altro interrogativo e sarebbe impazzito... Lo sentiva
Il cuore aveva ripreso a battere ad una velocità normale e non più modalità topo in gabbia con mamma pitone davanti
Il fianco faceva ancora male… Qualche granello di sale doveva essere ancora rimasto nella carne viva
Cazzo se faceva male
I nani del piano terra si erano messi a cucinare stile teppanyaki nel giardino condominiale
Tutto questo non aveva senso
“Pensa, pensa, pensa, pensa, pensa cazzo...”
Sgommata… Altra sgommata… Urla concitate… Di nuovo loro… Non è possibile
“Merda ma che volete da me? Che cazzo vi ho fatto?!!” urlò riprendendo a correre
Chiuse gli occhi e nonostante le maledizioni del piede destro riprese a corre come mai in vita sua aveva fatto
D’un tratto il vuoto... Aveva chiuso gli occhi per troppo tempo?
Cominciò a cadere e riaprendo gli occhi si accorse del buio sotto di lui
Si mise a gridare, ma non ne usciva che un sibilo strozzato
Aria calda in faccia, poi il nulla. Silenzio
Aveva qualcosa in bocca… Un grosso cazzo di gomma…
Aprì gli occhi piano piano e si rese conto d’essere sul pavimento di una stanza…
Era caduto da letto ed aveva la stufetta che gli sparava aria calda dritta in viso... Le labbra sul cazzo erano ormai secche


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