Non prendersela con lo specchio



Giulia non c’era per fortuna, ma Lei sì.
E da bravo Angelo del Focolare in un attimo aveva fatto sparire nani, macchie, lenzuola, e ogni altra traccia del vilipendio che era stato compiuto della loro dimora estiva. Senza fare una piega. Una domanda. Nulla
Forse era per questo che l’aveva sposata. Più che una moglie era una complice inconsapevole
Un tempo era diverso
Stamattina avrebbe avuto bisogno del suo Angelo. Con le sue premure. Senza le sue domande
Si trascinò faticosamente verso la doccia, ricalcando l’andatura claudicante da scarpe spaiate, pur essendo scalzo
Aprì il rubinetto e in un attimo il piatto lussuosamente piastrellato della doccia si tinse di rosa
Lavare via tutto
Per tornare il padre di famiglia, che non perde una recita
Il dirigente dal bianco colletto inamidato, sempre fresco di tintoria
Il vicino che si è felici d’incontrare in ascensore
Con un solo piccolo difettuccio. Confinabile al Martedì notte.
Confinabile almeno fino a Quella Mattina
Fino a Quel sogno, così terribilmente vivido.
Vagamente premonitore
Era abituato a veder sconfinare le sue notti di delirio negli incubi prodotti dalla sua psiche malata, alimentata da mix chimici di quello che Tacchi Neri aveva da offrire per l’occasione
“Quel marchio a fuoco… Cazzo che male… Com’era?” pensò sfregandosi la faccia in un morbido asciugamano bianco
“Com’era…?”
Poi schiuse gli occhi nella nube di vapore caldo che lo circondava
7…23…69…90…JF
Le sette cifre e le due lettere davanti ai suoi occhi, sulla superficie semi appannata della parete a specchio
In quel momento il suo delirio personale parve impossibile da confinare
Stava pervadendo la sua vita, la sua “normalità”
Il suo Mercoledì mattina
Con un gesto incontrollato fece come per cancellare con tutte e due le mani quell'immagine dallo specchio
E oltre lo strato di vetro e allumino vide i suoi occhi spaventati. Vide un uomo che aveva perso il controllo della sua vita
Continuare a fingere
Rimettere la maschera
Ignorare i segni
Rispondere al telefono che stava squillando nell’altra stanza
…oppure no?


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